L’apparato stomatognatico, rappresentato dalla bocca e dai suoi annessi (muscoli, ossa, denti, mucosa, ghiandole, aponeurosi…), può avere un’importante influenza sulla genesi di diverse sintomatologie dolorose come le cefalee e le cervicalgie.

Basti pensare che in una giornata tipo, effettuiamo circa 1200 deglutizioni esercitando circa una forza di 30 kg tra l’arcata dentale superiore e quella inferiore, ad ogni atto deglutitorio. È quindi facile dedurre come un’alterazione a carico dell’apparato stomatognatico possa influenzare negativamente la meccanica deglutitoria e ripercuotersi su tutto il sistema.

Una delle interfenze neurologiche più prepotenti tra bocca e postura è rappresentata sicuramente dalle interferenze trigemino cervicali.1,2 Il nervo trigemino è deputato infatti all’innervazione di tutta la muscolatura masticatoria (massetere, pterigoideo esterno e interno, temporale) e dell’articolazione temporo-mandibolare e attraverso il suo nucleo spinale caudale situato nel tronco encefalico contrae rapporti con i primi tre mielomeri cervicali (C1,C2,C3) e con fibre sensitive del nervo vago.1,3,4,5

Quindi qualsiasi aumento della tensione di questa muscolatura, come avviene nel serramento e nel bruxismo notturno, si ripercuote per via neurologica sulla muscolatura sub-occipitale e sul nervo vago.1,6,7,8

La connessione anatomica più importante tra la bocca e la postura nella modificazione della posizione del capo è rappresentata dalla lingua e dalle sue connessioni con la muscolatura sovra e sotto-ioidea.1,3,4,5

Condizioni come open-bite ed edentulie, obbligano la lingua ad insinuarsi negli spazi aperti per rendere la bocca ermetica durante l’ingestione del cibo e negli atti deglutitori.1,7

Lo stress continuo su questa struttura anatomica protratto nel tempo può creare delle retrazioni della catena linguale che comporteranno un atteggiamento posturale caratterizzato dall’estensione delle vertebre cervicali alte e ad una flessione della vertebre cervicali inferiori e dorsali superiori.1,9

 

Per interagire con tale sistema, lo gnatologo si occupa di ristabilire la simmetria cranio-mandibolare attraverso la cura dell’apparato dentario, mentre la terapia manuale rappresenta uno strumento di supporto efficace e non invasivo nel recupero della mobilità delle strutture retratte e nella diminuizione delle tensioni della muscolatura occlusale.

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